Allenamento di Kiljan e Hviske

Kiljan figlio di Kiljan - ; Scheda - ; ₪

In quel grigio giorno che prometteva neve da un momento all'altro, Kiljan figlio di Kiljan si era svegliato con quella che si poteva considerare un malsano piano suicida. C'erano modi più rapidi e indolori di morire, tra cui quello di lanciarsi dalla montagna di Berk oppure quello in cui si lanciava tra le fauci di una Morte Urlante arrabbiata. Il secondo piano, a suo parere, era il migliore.
Ma si sa, il suo entusiasmo era duro a morire e comunque, sapeva di averne bisogno. E che ne aveva bisogno anche il suo drago.
Che fatica faceva ancora a considerarlo suo, ovviamente non in presenza del suddetto, o si sarebbe ritrovato carne da mangiare in pochi secondi. Hviske non era di nessuno, men che meno di Kiljan. Era più un suo pari, come aveva sottolineato quella volta in cui aveva cercato di mangiargli un piede. Ma, dopo tanti anni ad uccidere draghi, Kiljan faceva ancora fatica a considerare un drago alla sua altezza.
Quindi, al dirigersi all'ultima buca in cui l'aveva lasciata tra le rocce non molto lontano dall'Accademia, giustappunto, Kiljan sapeva di sfidare la sorte. Alla proposta di un allenamento insieme, se lo sarebbe mangiato in un sol boccone e nessuno avrebbe ritrovato neanche l'uncino che aveva al posto della mano sinistra. Già non era ancora riuscito a convincerlo a volare insieme, figurarsi un allenamento in cui avrebbero dovuto provare il loro legame e le loro qualità.
Sospirò, scivolando all'interno e chiamando il drago con forza, perché la sua voce echeggiasse nelle gallerie. "Hviske! Ho la colazione!" Risalì velocemente fuori dal buco e lo attese sul bordo, sventolando un cesto di succulenti pesci e ancora caldi pezzi di carne vari. La fortuna di un drago onnivoro, si potrebbe dire. La Morte Sussurrante non ci mise molto ad arrivare e ad emergere con uno dei suoi migliori ruggiti, in una nuvola di polvere e sassi dalla quale Kiljan non si coprì nemmeno, alzando lo sguardo verso di lui. "Hai finito di dare spettacolo? Ci hai messo un secolo ad arrivare. Avevo tempo di diventare vecchio."
Gli occhi bianchi e ciechi si fissarono sul vichingo, facendo sentire, nonostante tutto, un forte disappunto. Kiljan scrollò le spalle e lanciò verso le enormi fauci il pesce e la carne che aveva portato per la sua colazione. Il tutto sparì in pochi istanti, dato che le dimensioni della bocca di una Morte Sussurrante servivano per divorare le prede più grosse e ancora vive. Quel magro spuntino non avrebbe tenuto calmo Hviske per molto tempo.
"Ho molti programmi per oggi, Hviske, e vorrei che tu mi accompagnassi. Oggi il tempo prevede cielo coperto e mare agitato e non ho intenzione di stare inattivo. Quindi, preparati psicologicamente, perché andiamo all'Accademia dei draghi a fare un allenamento." Meglio partire così, con tutta la sicurezza possibile, in modo che Hviske lo prendesse sul serio. E fu quello che accadde. Kiljan evitò l'attacco del drago, avendolo previsto, e saltò su una roccia agilmente, lasciando che il fuoco passasse dove era prima. "Smettila di lamentarti! Con quell'attacco non avresti spaventato neanche mia nonna! E' ora che tu diventi più forte, Hviske, e all'Accademia possono aiutarci."
La Morte Sussurrante sembrò calmarsi, stranamente, e lo guardò, arrotolandosi come un serpente sulla roccia e portando la testa all'altezza di Kiljan. "Allora, senti come faremo. Sarà una prova, per vedere se andiamo d'accordo e per capire i nostri limiti, è importante. Se non ti troverai bene, prometto che andremo via subito. E soprattutto, prometto di non salirti in groppa senza il tuo permesso. Sei d'accordo?" I denti rotearono minacciosi, ma l'attenzione del drago era tutta sul vichingo che, sotto sotto, stava imparando ad apprezzare. "In cambio, finito l'allenamento, ti porto a mangiare tutto quello che vuoi. Prometto che ti troverò i cinghiali più grossi dell'isola."
Il drago sembrò soddisfatto dell'accordo e insieme partirono verso l'Accademia, a piedi ovviamente, con Hviske che strisciava allegramente al suo fianco. Kiljan non riusciva a credere a cotanta fortuna e ringraziò gli dei, chiedendo anche un altro piccolo favore: che quella pacifica calma di Hviske durasse almeno fino alla fine dell'allenamento. Poi, dopo, poteva anche tentare di nuovo di mangiarlo.
Kiljan, superando la cancellata dell'Accademia, si guardò intorno, fermando Hviske con un braccio di fronte al suo enorme muso. "C'è qualcuno oggi? Vorremmo allenarci."

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Quando Kiljan e Hviske entrarono nell'accademia, videro subito il vichingo biondo e l'Uncinato Mortale colorato in posizione d'attacco, probabilmente allarmato dalla Morte Sussurrante, che aveva colto la minaccia e roteava i denti, fissando gli occhi bianchi sui due sconosciuti. Subito Kiljan accarezzò il muso del drago, per rilassarlo, poi proseguì verso il vichingo, lentamente per non agitare nessuno dei due draghi e intanto poter parlare un po' più da vicino.
"Ohh...che spavento mi hai fatto prendere ragazzo...non mi aspettavo di vedere una Morte Sussurrante qui all'Accademia!"
Kiljan sorrise con un certo divertimento, passandosi una mano tra i capelli. Era sicuro di aver visto abbastanza inverni da non essere più chiamato ragazzo, ma lasciò correre per rispetto del vichingo più anziano. "Chiedo scusa, ho dimenticato di avvertire. Lui è Hviske ed è la prima volta che viene all'Accademia." Il drago strisciò in avanti, affiancando Kiljan con tutta la testa e il vichingo ridacchiò, capendo che Hviske voleva solo passargli avanti.
Alla domanda del vichingo biondo, riportò l'attenzione su di lui. "Veramente non lo tengo a bada come vorrei. Ho salvato il briccone da una frana qualche mese fa e siamo arrivati ad una sorta di accordo in cui siamo di... pari livello..." Kiljan esitò come sempre su quel termine, ma proseguì, portando l'uncino a grattare leggermente il punto preferito di Hviske perché restasse buono e tranquillo. "Siamo qui per testare un po' la nostra sintonia, ma non ti preoccupare. Non è pericoloso e, nel caso in cui lo diventasse, mi immolerò volentieri per non far mangiare nessun altro." Il sorriso divertito ed affabile di Kiljan aveva ben poco di cui fidarsi, ma comunque non avrebbe permesso al suo drago di mangiarsi qualche abitante di Berk.
Hviske intanto fece delle piccole fusa, chiudendo le palpebre e arrotolando il lungo corpo per occupare meno spazio mentre Kiljan parlava con l'altro vichingo.
"Ah, il mio nome è Kiljan figlio di Kiljan."

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Kiljan fu contento al vedere che il vichingo aveva deciso di superare il sospetto e avvicinarsi. Non voleva che Hviske fosse trattato diversamente dagli altri. Vero, era un drago più diffidente e pericoloso, ma andava solo compreso. Dopotutto, non si era creduto fino a pochi anni prima che le Furie Buie fossero mostri assetati di sangue?
Annuì, con un sorrisetto sghembo. "Sì, si potrebbe anche dire che io e Hviske abbiamo creato un nuovo rapporto tra drago e vichingo." Hviske diede la propria approvazione con un lieve ringhio, prima di seguire con lo sguardo il vichingo che si avvicinava. Alzò lievemente il muso verso il cielo quando sentì dire che i draghi erano diventati più ubbidienti e buoni passando per l'Accademia. Non si sarebbe fatto piegare da qualche ordine. E Kiljan non doveva dimenticarselo.
"Io sono Hagar! Vieni con... Hviske che incominciamo subito."
Kiljan seguì il vichingo, con dietro Hviske che spostò poco l'attenzione sull'Uncinato, trovandolo debole e ben poco considerevole. Forse da mangiare... Kiljan la tirò per una delle tante punte che aveva intorno alla testa, scuotendo il capo. "Lascialo in pace, Hviske. Non puoi mangiarti i draghi. Sei un maledetto pozzo senza fondo."
Sperava che il loro discorso non fosse stato sentito da Hagar e preso come una minaccia, mentre ascoltava il discorso del vichingo che era andato a rovistare tra alcuni arnesi dell'Accademia.
"Sì, il loro fuoco è pericoloso, ma non troppo. Anzi, penso che gli farebbe bene migliorarne un po' la potenza" concordò Kiljan, prima di incrociare le braccia e pensare un po' alla proposta di Hagar. "Per me va bene un allenamento di coppia. Ho solo una richiesta. Hviske non mi ha ancora permesso di cavalcarlo, quindi meglio che l'allenamento non preveda voli in coppia. Per il resto, siamo nelle tue mani."
Drago e vichingo si scambiarono un'occhiata. Fiducia. Ecco qual era il problema tra loro. Ma Kiljan era convinto che servisse solo un po' di pazienza ed esercizio, ma anche una preghierina agli dei perché aiutassero Hviske a pensare lo stesso.

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Archiviato l'Uncinato Mortale come innocuo, Hviske seguì con attenzione i discorsi dei due vichinghi, in attesa di istruzioni. Se proprio doveva fare quello sciocco allenamento, avrebbe fatto del proprio meglio.
Kiljan intanto rispose ai quesiti di Hagar, sperando di trarne anche qualche consiglio visto che l'unica cosa che aveva imparato per farsi apprezzare da Hviske era spazzolargli i denti.
"Oh sì che ci ho provato, ma lui non è ancora pronto e non vuole al momento nemmeno tentare. La prima volta ha cercato di mangiarmi, la seconda volta mi ha lanciato in mare e la terza...ha cercato di darmi fuoco, se non ricordo male. Una lunga serie di insuccessi, quindi sono arrivato alla conclusione che è meglio che decida lui... E per me non è facile lasciare la decisione ad un drago." No, per niente facile lasciare che fosse un drago a decidere.
Poi decise di concentrarsi sull'allenamento, lasciando a dopo le chiacchiere.
Vide subito il ghigno di Hviske alla spiegazione di Hagar e alzò gli occhi al cielo, mentre prendeva lo scudo e si allontanava verso l'altro lato dell'arena. "Ti si leggono i pensieri omicidi sul muso, Hviske. Ricordati che se muoio, non avrai i cinghiali."
Non si sa mai, magari ricordarle il cibo l'avrebbe convinto a risparmiarlo.
Poi si misero in posizione e Hviske strisciò a terra, probabilmente per avvicinarsi e non sprecare subito tutto il suo numero di colpi. Kiljan si mosse insieme a lui, osservandolo con attenzione per non essere preso alla sprovvista.
Quando vide la Morte Sussurrante spalancare la bocca e lanciare il primo colpo ad anelli, rotolò di lato, sfruttando lo scudo come una ruota e rialzandosi di slancio, per sfuggire alla vampata, fortunatamente non troppo forte.
Il suo obiettivo era ovviamente raggiungerlo e toccarlo, ma il drago non sembrava d'accordo e si spostò velocemente, lasciando un solco nella terra.
"Non credo che valga andare sotto terra, rettile dispettoso" esclamò, al vederle fare un movimento familiare, ma la Morte Sussurrante lo fregò lanciando una seconda fiammata che prese lo scudo, avvicinandosi di più al suo obiettivo, dare una lezione al cavaliere che cercava di domarla.
Dati i propri colpi limitati, Hviske cercò nuovamente di avanzare verso Kiljan e colpirlo con più precisione e da più vicino, mentre il vichingo proseguiva a spostarsi per non essere fregato da altri suoi trucchetti.

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Quando Hagar disse loro di fermarsi, Kiljan si sollevò, non prima di aver fatto un balzo laterale per evitare un ultimo colpo di Hviske, che aveva ignorato l'ordine e voleva avere come sempre l'ultima parola sulla faccenda.
L'uomo lo guardò male e il drago lo ignorò, arrotolando le spire per mettersi comodo, mentre seguiva con lo sguardo Hagar e ascoltava le sue parole.
Kiljan ringraziò con un cenno alla frase di Hagar -molto soddisfatto del fatto che il tempo speso sulla drakkar avesse dato i suoi frutti-, ma al sentire la sua frase successiva, ridacchiò, ignorando i ringhi di avvertimento di Hviske, per niente contento di sentir dire certe cose sul suo splendido soffio di fuoco.
Attese impaziente di veder tornare l'allenatore dalla stanza degli arnesi, prima di voltarsi verso l'Uncinato e ruggirgli contro, con ben poca pazienza. Kiljan si mise davanti al suo muso, cercando inutilmente di toglierle la visuale dall'altro drago, ma la testa era molto più alta di lui e Hviske vedeva bene il drago che cercava di stuzzicarlo.
"Hviske, lascialo in pace. Concentrati sull'allenamento, ora. Poi, se proprio vuole litigare, puoi sempre discuterci dopo con l'Uncinato."
La Morte Sussurrante mosse la coda irata, ma alla fine si concentrò sui manichini, decisa a fare bella figura stavolta, visto che il suo soffio era stato definito debole.
"Massima potenza, Hviske. Puoi tranquillamente sbriciolare quegli affari."
Il drago sbatté le palpebre, mentre guardava Kiljan, come se gli stesse facendo un cenno, poi si concentrò sui quattro manichini da distruggere. Cominciò con il colpire il primo, concentrandosi solo su uno di essi, facendo prendere fuoco alla paglia, mentre con il secondo colpo fece finire un po' ovunque il fango del secondo manichino. Concentrandosi poi molto più del solito, cercò di distruggere gli ultimi due manichini insieme con un soffio ad anelli più potente dei precedenti.

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