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.Nell'arcipelago del barbaro sono presenti diverse isole di diverse grandezze, molte di queste abitate da villaggi vichinghi anche molto diversi tra loro, sia nella cultura che nello stile di vita. Tra di esse ce n'č una, l'Isola dei Vichinghi Bifolchi. Non brilla certo per l'intelligenza dei suoi abitanti, ma tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare di questa isola piuttosto grande nella quale, si dice, siano presenti numerose caverne e tunnel sotterranei che formano un vero e proprio labirinto sotto il suolo che rendono quasi impossibile la fuga ai prigionieri che cercano di scappare dai Vichinghi Bifolchi. Č anche rinomato il fatto che il caputribł del posto sia piuttosto "eccentrico", infatti ama dilettarsi nei pił disparati modi e spesso organizza dei giochi per la sua gente usando i prigionieri come partecipanti. Nonostante ció, il capotribł puó definirsi anche, dopottutto, abbastanza saggio, peccato che ció sia oscurato dalla guida dell'infido ministro e braccio destro del jarl, un uomo manipolatore e senza scrupoli di cui pochi si rendono conto, riuscendo infatti a nascondere la propria natura. A causa sua il popolo dei vichinghi bifolchi si ritrova spesso a cacciare i draghi, non tanto per difesa ma per procurarsene la pelle e usarli per ormai retrogradi riti e passatempi.
Non a caso, in questa giornata dal cielo nuvoloso che sembra quasi preannunciare una brutta tempesta, attorno all'isola, tra le onde del mare, navigano diverse drakkar di cacciatori, pronti a catturare il primo drago avvistato.
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.Frey Hinriksson - ; Scheda - ; ₪
A meno che non accadesse qualcosa di particolare o fossero richiesti da qualche parte, Frey ed Eyvindr seguivano una rigida routine mattiniera, che eventualmente si protraeva diventando giornaliera. Se qualcuno domandava loro per quale motivo lo facessero, il cavaliere scrollava le spalle e, con il pił amichevole dei sorrisi, rispondeva per mera curiositą e spirito d'esplorazione, il che sembrava bastare all'interlocutore che aveva posto il quesito.
Era vero, Frey e la Furia Buia sorvolavano ed esploravano ogni giorno ogni luogo attorno a Berk, dalla pił minuscola delle isole al ghiacciaio pił freddo, stando ben attenti a non tralasciare nulla, tutto poteva essere un indizio, una traccia per loro che avrebbe poi potuto condurli verso la cosa che accumunava drago e cavaliere: Drago Bludvist.
A Frey sembrava impossibile che il mare si fosse inghiottito quel mostro senza poi vomitarlo fuori, era peggio di uno scarafaggio, difficile da uccidere e pieno di risorse e l'uomo sapeva che prima o poi sarebbe tornato, con Berk come meta principale.
Osservando il cielo sopra di loro, Frey tirņ su il cappuccio del mantello che indossava "Mi sa che ci prenderemo un po' d'acqua oggi." disse al drago, che sbuffņ in risposta.
Tirņ fuori una malandata mappa, ci buttņ un occhio e poi guardņ alla sua destra "Da quella parte dovrebbero esserci delle isole. Da quello che ho capito, meglio tenersi alla larga dalla popolazione locale." osservņ un altro po' la mappa " Ma vedo che ci sono isolette intorno a quella principale, potremo atterrare lģ per riparaci dalla pioggia e poi decidere il da farsi, che dici?"
Come risposta, Eyvindr virņ in direzione delle isole, cogliendo di sorpresa il cavaliere che per poco non perse la presa sia sulla sella che sulla mappa.
"Un semplice sģ avrebbe ugualmente funzionato!" le disse, scherzando.
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Ash Stardust .
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Vanja Krigdottir - ; Scheda
C'era aria di tempesta nell'aria e dove c' č tempesta c'č skrill. Inferno aveva immagazzinati dentro di sč non molti fulmini, strepitava per ricaricarsi e voleva assolutsmente raccogliere quanti pił red sprite possibili, essendo decisamente pił "ricaricanti" dei fulmini normali. Per questo, in attesa dell'inizio della tempesta, i due uscirono in esplorazione, un buon passatempo per attendere il rifornimento. Inoltre Vanja adorava spingere Inferno sempre al massimo, č quindi inutile dire che in cielo, ben nascosti dalle nuvole, i due si impegnavano nelle pił grandiose acrobazie, tutte eseguita a grandissima velocitą, cosa amata dalla giovane vichinga dai capelli tanto biondi da risultare bianchi. Solo dopo molti, molti kilometri e una picchiata a grandissima velocitą interrotta a pochi metri dalle onde del mare, i due rallentarono, ritrovandosi a volare con dolce andatura sul pelo dell'acqua. La ragazza estrasse della carne essiccata di pecora che teneva chiusa in un sacchetto appuntato alla cinta e taglió la strisciolina a metą con il suo particolare pugnale dalla lama retrattile e ne diede un pezzo a Inferno, mentre l'altro lo tenne per sč, masticandolo lentamente mentre osservava pigramente un'isola non molto distante da loro. Mh, mi chiedo quanto in lą ci siamo spinti, forse siamo ai margini dell'arcipelago del barbaro. mormoró piano tra sé e sé. Ebbe appena il tempo di superare due grosse guglie rocciose che vide un puntino nero dirigersi verso l'isola. Non un puntino, anzi, vista la forma visibilissima di un drago con tanto do cavaliere. Chi diavolo č? era all'erta e ora anche Inferno sembrava essersi irrigidito.. -
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Oggi giornata povera. borbottó Erik il grasso al suo fedele compagno di avventure.
E gią. borbottó Buck il Toro. Entrambi sedevano in una delle numerose, piccole drakkar che ispezionavano il mare nei dintorni dell'isola. Incredibile, é tanto tempo che non veniamo attaccati dai draghi! esclamó all'improvviso il possente guerriero, agitando l'ascia bipenne. Il suo soprannome, il Toro, era dovuto al suo possente aspetto accompagnato dalla folta barba nera come la pece, piuttosto insolita nell'ambiente nordico. Lui, tutto fiero di questo appellativo, si era anche fatto un anello di ferro al naso, esattamente come un toro. Erik il grasso, invece, si puó ben intuire perché venisse chiamato cosģ; aveva una folta barba rossa, ma nessun capello in testa e una pancia rotonda e bella grossa che compensava la bassa statura del guerriero.
Possibile che abbiamo catturato tutte quelle bestiacce? bofonchió lui grattandosi il mento. Erano ormai da ore su quella maledetta barca senza che avessero catturato un singolo drago. Non sapeva come se l'erano cavate le restanti unitą, peró non faticava a immaginare la risposta.
Bah, credo che dovremmo andar...PER LO SPIRITO DI ODINO, GUARDA LĄ! esclamó lui, soffocandosi appena in tempo per non alzare troppo la voce. Una furia buia si avvicinava alla loro sinistra.
Presto, presto, al lancia rete! esclamó Erik correndo verso un apparecchio piuttosto ben fatto sul lato ingegneristico in grado di lanciare reti a grandi distanze e a gran velocitą. Puntó contro la furia buia, evidentemente non notando la presenza di un cavaliere sulla sua groppa, e sparó. Difficilmente la rete mancherą il bersaglio.
Levati, levati! esclamó improvvisamente Buck, spintonando Erik che finģ inevitabilmente a terra, sul legno duro della barca. Si rialzó col volto paonazzo dalla rabbia appena in tempo per notare il Toro puntare l'arma nella direzione opposta.
Ma come ti permet-- si bloccó appena vide la rete sparata abbattersi contro uno skrill..
I giochi dei vichinghi bifolchiQUEST |
